PD in classe

Il gioco “Patchwork Doodle” (useremo l’acronimo PD) è un gioco di semplice realizzazione e accattivante sia per i bambini sia per gli adulti.

Questa semplice osservazione ci spinge a pensare che il contesto di questo gioco (come spesso capita con i giochi da tavolo più in generale) sia un contesto di apprendimento motivante. La scelta di portarlo in classe e di dedicare ore di tempo a giocarci richiede sicuramente maggiori motivazioni.

In queste pagine cerchiamo di mettere in evidenza su quali obiettivi di apprendimento (in matematica, ma non solo) è possibile lavorare. Questa è una analisi a priori del gioco che sarà arricchita grazie alle esperienze dei docenti che sperimentato il gioco nelle proprie classi.

Di seguito sono riportate possibili modalità di organizzazione del lavoro in classe.

Gioco con tutta la classe

Nelle prime fasi di gioco, quando i bambini devono ancora prendere esperienza con le regole, può essere utile simulare delle partite in modo collettivo. Una sola persona (l’insegnante, un bambino designato o più bambini a turno) estrae le carte per tutti e poi ciascuno decide come disegnare le pezze sulla propria giaglia 9x9. L’insegnante può dire ad alta voce quale mossa farebbe, oppure chiedere a turno ai bambini quale mossa hanno scelto loro. L'estrazione della carta può essere fatta concretamente (se si ha a disposizione un mazzo e una lavagna su cui disegnare il pezzo estratto) oppure usando un applicativo sulla LIM.

Quando si fanno partite collettive, può essere utile avere una griglia 9x9 mostrata alla lavagna, l'insegnante o un bambino designato potrebbe usarla come propria griglia di gioco. Alcuni bambini potrebbero in questo caso “copiare” le mosse mostrate alla lavagna sulla propria griglia. Sarà comunque un modo per avvicinarsi al funzionamento del gioco.

Chiaramente, in una partita collettiva, l’insegnante può fornire continui feedback sul rispetto delle regole (in particolare verificare che i pezzi siano usati per intero e non sovrapposti). Può anche chiedere ai bambini di darsi dei feedback vicendevolmente.

Gioco in piccoli gruppi

Il gioco in piccoli gruppi può essere svolto con una certa frequenza. Gli studenti possono affrontarsi in modo competitivo tra di loro (liberamente oppure organizzando una sorta di torneo) oppure collaborare (vedi la variante alle regole).

Il lavoro a piccoli gruppi (dai 2 ai 6 studenti per gruppo) può permettere all’insegnante di fare osservazioni mirate concentrandosi su un gruppo di bambini alla volta (implementando così una valutazione in itinere). L’insegnante può per esempio affiancarsi a un gruppo di bambini con maggiore difficoltà per supportarli in modo individuale; oppure può ogni volta osservare un gruppo diverso.

Il lavoro in piccoli gruppi richiede un mazzo per ogni gruppo e può agevolare i bambini nel gioco in quanto la carta da disegnare sarà vicina a loro, in mezzo al tavolo; avranno modo di ruotarla a piacere per poter osservare diverse posizioni della pezza.

Il lavoro in piccoli gruppi dovrebbe essere comunque seguito da discussioni collettive che potrebbero emergere anche in seguito all’attività di autovalutazione degli studenti. Tali discussioni sono importanti momenti di condivisione delle strategie adottate dai bambini. Ascoltando le strategie dei compagni, gli studenti possono essere motivati a provare a riprodurre strategie analoghe in una sessione di gioco collettiva.

Gioco individuale

Il gioco individuale può essere dato come consegna o richiesto anche dai bambini. A volte, quando un bambino ha portato a termine una consegna data, potrebbe cimentarsi nel gioco per migliorare il proprio record personale, di cui potrebbe tenere traccia su un’apposita scheda o sul proprio quaderno.

Il gioco individuale potrebbe anche essere dato come consegna da svolgere a casa. Al bambino viene richiesto di giocare almeno una partita e poi di raccontare verbalmente (per iscritto, con dei disegni o registrando la voce) l’andamento della partita e le strategie seguite.