Schede di lavoro

Nel corso della sperimentazione avvenuta nell'A.S. 2021/22 sull'uso di questo gioco nelle classi seconda e terza della scuola primaria, sono stati prodotti materiali che possono essere utilizzati in classe.

Costruiamo Quadrati

La prima attività proposta, dal titolo “Costruiamo quadrati” richiede di costruire quadrati di varie dimensioni (2x2, 3x3, 4x4…) a partire da vari pezzi di forma assegnata, con forme analoghe alle più semplici pezze di Patchwork Doodle. Non viene detto a priori come procedere. Nello sperimentarle in classe si è osservato che a volte i bambini cominciano subito a incollare un pezzo, per poi incollarne accanto un altro e poi un altro fino a completare un quadrato e solo dopo verificare che le dimensioni siano corrette. Altri bambini preferiscono invece prima disegnare il quadrato della dimensione desiderata, per poi provare a “farci entrar dentro” i pezzi. Ciascuna delle due strade richiede di mettere in gioco abilità e conoscenze matematiche (sapere che un quadrato ha i lati congruenti, riuscire a disegnare un pezzo ruotato, …) ed ha le sue difficoltà. Eliminare una delle strade e dare già una procedura da seguire ai bambini eliminerebbe la possibilità di mettere a confronto le due diverse strategie in una discussione collettiva successiva all’attività. Si tratta di una discussione importante, anche al fine di rendersi conto della possibilità di trovare ulteriori quadrati delle stesse dimensioni utilizzando pezzi diversi e di scoprire quindi quante diverse possibilità di soluzione ci sono per questo compito. Ancora, la discussione può servire a discutere su quali siano le pezze uguali e quelle diverse tra loro: sono uguali quelle che hanno esattamente la stessa forma, o quelle che hanno lo stesso numero di quadretti? Si gettano così i semi di concetti quali congruenza ed equiestensione che saranno poi formalizzati negli anni a venire.

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Problema Doodle

L’importanza di prendere decisioni e argomentarle è sottolineata ancor di più nella seconda attività proposta, dal titolo “Problema Doodle”. Viene presentata un’ipotetica partita tra tre bambine. Sono mostrate le loro griglie di gioco al termine di ciascuno dei tre round e alla fine si chiede di stabilire chi delle giocatrici abbia vinto, motivando la risposta. Questa ultima richiesta è chiaramente complessa per dei bambini che ancora non hanno così tanta dimestichezza con la scrittura, ma diviene fondamentale proprio per aiutarli a crescere sulla loro competenza argomentativa. Nelle sperimentazioni fatte in classe si ottengono spesso (a prescindere dalla loro correttezza o meno) due tipologie di risposta. Molti ricorrono al calcolo dei punti, determinando (per conteggio e con le moltiplicazioni) il numero di quadretti contenuti nel quadrato più grande formato da ciascuna giocatrice in ciascun round, viene poi svolta l’addizione. Altri notano invece che una delle giocatrici è sempre in vantaggio sulle altre e quindi il suo punteggio complessivo dovrà necessariamente essere maggiore di quello delle altre. Anche in questo caso quindi si crea la splendida opportunità per intavolare una discussione collettiva in cui mettere a confronto queste diverse modalità risolutive che chiaramente portano alla stessa risposta. Questa opportunità non si presenta se si chiede solamente la risposta.

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Puzzle Patchwork

L’ultima attività proposta in appendice propone una situazione in cui addirittura i bambini devono inventare una strategia perché non hanno a disposizione nessuno strumento per rispondere automaticamente alla richiesta. In “Puzzle Doodle” devono comprendere quali pezze sono stati utilizzati per comporre una figura assegnata. Molti preferiscono ritagliare le pezze fornite per provare a ruotarle o ribaltarle: strategie che hanno imparato proprio giocando al gioco. Come fare però per essere sicuri che, una volta trovata una soluzione, questa sia l’unica? Potrebbero essercene altre? Queste domande sollecitano un approccio attivo da parte dei bambini che dovranno fare delle ipotesi su come muoversi. Le strategie che funzionano potranno poi essere messe sotto test con una seconda figura ancora più difficile e, infine, si propone al bambino di passare a un’attività di problem-posing, inventando una nuova figura. Appare qui chiaro il ruolo attivo dell’alunno; la possibilità di negoziazione dei significati deve essere data creando un setting di classe in cui gli alunni si possano confrontare tra loro. Se questa è già un’abitudine durante le sessioni di gioco, non sarà difficile realizzarlo.

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